sabato 27 dicembre 2008

santità moderna

SANTITA' MODERNA





















SANTITA' MODERNA


Stamattina ho squillato alla porta. Nessuno ha risposto, perchè una specie di corrida c'era all'interno. Riconoscevo lei, detta la Cicciona, che stava dando del "bidone dell'immondizie vivente" a lui e lui le assicurava che è stata una vitella durante l'infanzia.

Lei ha replicato che è il falegname più cornuto d'Italia, nonché d'Europa (la seconda parte di questa affermazione trova fondamento nell'illegittima relazione che la madama avrebbe intrattenuto con un vigile francese).

Io piazzavo i dodicesimi e tredicesimi squilli, più modulati e prolungati che potevo.

"Hanno suonato!", ha detto lui.

"Che fine segugio!", lei.

Le dice di andare ad aprire, ma lei che non è stata educata dalle suore ha detto: "Vaffanculo!"

"Ma vacci ad aprire che 'sto in mutande!"

"E con ciò?"

Lui: "Deve essere la dottoressa Salvotti, non farmela aspettare in piedi!"

Allora lei: "Così cresce!"

"Ti prego..!"

"Mi rompe i coglioni, se proprio vuoi saperlo con le sue arie superiori e il suo modo di prendere la faccia della gente per un sedere!"

"Se è la tua che prende per un sedere, la capisco! Sembri un clistere!"

Una sberla ha sottolineato la sgradevole affermazione. E si è riscatenato l'incontro di tennis-insulti.

Lui ha rivelato a tutti i suoi vicini attentissimi che lei è di famiglia socevole. Lei ha rivelato che lui è di una famiglia di stupidi.

Ho preso la decisione di sedermi sulle scale per aspettare la fine delle trasmissioni. Non ero la sola: c'era un tizio abbrancato alla ringhiera, una matrona su un bidone rovesciato, uno mezzo sordo ha messo la batteria.. loro dentro in pieno ciclone, arrivati ai piatti volanti.

La casa tremava, si sentivano ruggiti, barriti, latrati, ragli, bestemmie. Il tizio del piano di sotto è volato giù a farsi un sandwich, onde resistere fino alla fine dell'incontro. Il sordo ha abbassato il volume al minimo. Di solito scopre che gli è bruciata la casa solo il giorno dopo, ma sente benissimo questo cataclisma. La matrona ha sfondato il bidone capovolto, s'è abbassata di 60 cm.

Io ad un certo punto ho deciso di stoppare le ostilità tra i coniugi, ho suonato ancora una volta per educazione, dopo di chè ho iniziato a dare pugni.

Dovevo ritirare un assegno, il mio! La sola preoccupazione che avevo era che durante il terremoto non fosse andato perduto.

La porta, per Giove!, era aperta! Sono entrata in un (scusate) porcile, avanzando a radar ho raggiunto la cucina. Uno spettacolo dantesco si è offerto ai miei occhioni verdi.


Lei in sottoveste nera, calze nere, occhio nero seduta in un mare di cocci, ansimava come un intero sindacato di nutrici. Un pettine di autentica plastica, interamente scolpito a macchina, pendeva da una delle sue ciocche disordinate.

Per quanto concerneva il balordo, era tutt'altra cosa, tutt'altra! Era in mutande, cosa che già sapete, inoltre indossava una maglietta alla pescatora e il cappello ammaccato in testa.

La brillante coppia mi ha guardato. "E' la Salvotti!", ha balbettato lui.

"Si convengo", ho detto, "e scusate l'interruzione, ma non ho tempo!"

Sull'acquaio la radiolina a transistor (ma che roba è 'sto transistor?) traballava la mazurca di periferia, ho porto la mano alla signora per aiutarla, lei si è sistemata i capelli e ha vezzeggiato: "Oh, cara, chissà cosa penserà a trovarmi in una tenuta così!", "Francamente non trovo niente da pensare!"

Lui: "Caschi proprio giusto! Stavo finendo di prepararmi!" Di prepararsi, a cosa?

Ha spiegato che lei ha dato da risuolare le scarpe ieri e a parte le pantofole non aveva niente per uscire!

Lei: "E gli stivali, fesso?" Lui ha fatto un sorriso luminoso: "Ma certo i miei stivali di pesca! Ha qualcosa nella crapa mia moglie!"

Io ho pensato che vabbè diventare una piccola santa santorum, ma se adesso avrei dovuto pure assistere anche alla riconciliazione, preferivo finire laggiù.

"Hai l'assegno?", ho domandato.

"Permetti, piccola lady? sono sempre stato ordinato, io!" Ha svitato il coperchio della zuppiera, dentro c'era la patente di caccia, il passaporto, un santino di suor Teresa, la ricetta di trippe, il permesso di pesca, la foto di una negrotta nuda, ma niente assegno!.

"Allora?", ho sibilato.

La Cicciona si è scatenata. Ecco che attaccava a raccontare l'incostanza, l'idiozia del suo congiunto. E lui: " Bè, hai finito di sbattere il mio panegirico in pubblico? Faresti meglio ad aiutarmi..." porco qui, porco là.


Gridando sempre, hanno cercato dappertutto. Alla fine hanno cercato nel loro feudo, nel bidone dell'immondizie. Lo ha rovesciato sul pavimento della cucina e tra pelati, cartaccia unta, scorze di papate..."Eccolo qui!" sono esplosi! Mi ha passato un pezzo di carta pieno di semi di pomodoro, l'ho preso tra il pollice e l'indice, roba da colera!

Per essere gentile lui mi ha accompagnato all'auto. Ci siamo fatti un pezzo di strada a piedi. Camminando lui faceva uno strano rumore, come quello che fa una famiglia di ippopotami attraversando uno stagno, because gli stivali! Allora gli faccio: "Ma che cavolo ci ha messo dentro perchè facciano tutto quel caos, mister?" Non ne potevo più dalla curiosità, sembrava un reggimento che si mangia la sbobba.

Lui ha alzato quella sua miserabile testa e ha assunto l'aria importante da direttore dei magazzini generali: "Olio!".

"Scusi, barone?"

"E' una ricetta che mi ha dato uno che lavora nella gomma, gli impedisce di rovinarsi!"

"Mi faccia capire, Mylord, allora lei viaggia coi piedi a bagno nell'olio, addesso?",

"E con questo? Cosa c'è di male?"

Ho immaginato i suoi mostruosi piedacci immersi in quella materia viscida e viscosa e ancora adesso, credetemi fratelli, un brutale fremito mi percorre tutta.

parliamo

Parliamo d'amore...


.. CHE NON LO FA NESSUNO




Parliamo d'amore, quello in fondo all'incrocio, dove ti muore il cuore per i battiti spropositati dal desiderio d'esplodere.




Non ne parlo mai*, perché lo fanno tutti, ci sono in giro bei mattoni seri.




Siamo tutti come soldati feriti, inseguiti dai lupi e dai corvi, ma può essere che si apri questo cielo nero e fangoso, come una bara, e sorgano angeli pieni di gioia, angeli pieno di bontà, angeli pieni di salute, angeli pieni di bellezza... può essere. “La noia rende crudeli”, amici.




Ricostruiamo l'incidente.




Avvolti in uno sguardo che tiene caldo dappertutto, hai diritto al racconto della sua vita. Le chiacchiere iniziali sono come la prefazione dei libri, non ci fai quasi mai caso. Ma poi saranno quelle usate contro di te ai primi litigi. Piano piano perdi tutta la volontà: si spande sulla moquette come le perle di una collana. Un trapasso spettacolare, da estranei a intimi in un paio d'ore.




Una tipa diventa il tuo tipo ed è come comprare le scarpe: vanno o non vanno. Quando vanno, vanno.

E' la festa degli sconvolti che si esercitano all'impassibilità. Tutti gli altri ti sembrano paludosi, dame gozzute stile vittoriano, uomini in dieta. Tu no. Tu sei libero dai legacci. Tu sei libero come un uccello illeso.




La vita per me è come un viaggio in cui la mano d'opera la recluto sul posto, assaggio i prodotti locali, acquisizioni sul posto, derrate fresche, gusto per la libertà, piuttosto che trascinarsi dietro un tizio che impone le sue quattro volontà, evito inoltre noie come vedere uno che si fa la barba o che legge due ore prima di dormire. Ma la storia del viaggio, fanciulli, non funziona quando sei in trappola, quando uno sguardo indifeso ti ha fregato.



Perché, davvero, quando un'insolente regina entra nel mare della melassa, fanciulli, la navigazione diventa immensa, in più se l'equipaggio è composto da due soggetti che non hanno paura della morte (a meno che non capiti a loro) ecco il viaggio diventa una burrasca felice.




Tutto diventa magico. Ogni segnale di coincidenza, per esempio, lo noti: ti sei conosciuto il 4 del 4 del '04 o l'8 dell'8 dell'08 alle 8.00, ti credi notato, segnato, protetto, raccomandato dal Barbuto: è la spia, senz'altro, di un segno favorevole, hai dalla tua Maometto, la Santa Vergine, Confucio, Gesù, Napolitano e il Buddha. E così pieno di chiaroveggenza, stuprato dalla grazia, sturato il corno dell'abbondanza, domi ormai la fortuna, come l'Orfei la tigre.




Anche se hai sempre riso di chi non passa sotto le scale, incretinito dall'amore vedi segni sovrannaturali, la strizzatina d'occhio della Provvidenza, la Moira ti limona, orgoglioso da esplodere come una castagna al fuoco.




Non più tattico e teorico, ma tutto istinto e istante. Un giorno fai pure outing: lasci le lampade accese e la porta spalancata, onde facilitare ai contemporanei la scoperta del melodramma. E gli altri sanno che non bisogna mai parlare agli innamorati, come con un sonnambulo che prende i giardini dell'Eden.




Come Onan, spesso mi faccio da sola un discorsetto: “Mia piccola Samuela, d'accordo sei vispa, hai talento, molta immaginazione e quel tanto di genio necessario per far sembrare di averne molto, ma cerca di non scherzare troppo col fuoco della passione, amica! Un momento di disattenzione e trac!, le prendi.”




La cosa che mi meraviglia sempre è quanto sia democratico l'amore, ti fa innamorare di ciò di cui hai bisogno, ma, certe volte, di ciò che ti schifa.




Maria, single da dieci anni, perché la vita le fa lo scherzo d'innamorarsi di uomini brutti, senza soldi e impotenti. Si strappa un braccio con l'altro per farsi passare le cotte e poi cerca affannosa, cerca da dieci anni, ad ogni festa, ad ogni occasione, cerca il suo principino pulito, serio e benestante.




La virtuosa del piffero che suona Voglio il mio fico senza semi, arrangiamento dei fratelli Mameli. Seguirà: C'è una falla nella mia barca.




Ricordo una messa di matrimonio in campagna. Un villico in parte a me al momento di dare l'obolo alla vecchietta si è tolto la scarpa destra e la calza. Nonostante fosse in fondo, ha richiamato l'attenzione generale, perché turbava in un colpo solo il senso olfattivo e visivo, dato che si vedeva un piede unghiato, potente, villoso, selvaggio, un piede di un uomo saldamente posato sul pianeta. L'odore liberato era crudele. Non risparmiava nessuno. Devastava le fosse nasali. Si spandeva e si precipitava e s'infiltrava in ogni dove. Uccideva gli altri odori. Perfino il vecchio parroco si è interrotto ed è giunto fino a lui con la bocca increspata e il labbro disgustato. Quella di storcere il muso è un'iniziativa personale, non inclusa fra i suoi obblighi professionali, è facoltativo nel contratto col papa, il suo datore di lavoro, è il suo libero arbitrio: “Ma signore! Signore Gesù!” esorbitava talmente che si vedeva la marca della tonaca. “Non continui, la prego! Mia moglie è tubercolosa e ho tre figlie madri!”




"Io ho diritto di prendere il grano dove si trova!” e ha scollato dal piede un pezzo da 50 euro.




"Non li tengo in tasca, padre, perché prima di spenderlo ho il tempo di riflettere! Non butto via biglietti su biglietti come si getterebbero via le tegole della propria casa”

E ha dato la banconota al prete il quale indietreggiava, sono sicura che avrebbe apprezzato una pinza. Ha alzato la sottana e con un colpo di gomito li ha fatti entrare.




Mi viene in mente un verso di Pasolini: Mi, nasavi de erba e ledàn: io odoravo di erba e letame, e di sudori rassegnati.




Questo signore è uno che si incontra solo nei libri (i miei, di preferenza) e ditemi, ditemi, ditemi chi può avere l'idea nera di farselo? Chi, chi chi? Eppure sarà di qualcuna, il bruttone!

Per me è un incubo, per altri un sogno e per altri un nulla integrale.




Un altro che mi fa domandare chi se lo possa spupazzare è il Ciccione. Una notte abbiamo dormito in un hotel antico e minuscolo, uno di quelli nel cuore della città, nati con lei, antichi e con il parquet scricchiolante, ma col bagno da camper per single, il wc della Barby in grandezza naturale.




Alle tre di mattina delle grida gutturali, disumane di aiuto si alzarono dalla stanza vicino come se ci fosse stato un cinghiale ferito, una bestia braccata.

A tastoni entrai nel bagnetto della stanza accanto e ecco l'oggetto! Uno spettacolo mostruoso, bambini!





Mi blocco un attimo per dire che il Bullone non mi fa pena, è come quegli assassini a cui piace molto esibire il loro tableau di caccia. Si fa sempre fregare dalla vanità, feroceggia sui vinti. Quando mi vede lottare per una vendita, sapete una di quelle che in inglese si chiama “the last chance” e in lingua internazionale, l'ultima botta di culo, mi dice da sopra le teste dei clienti: sbrigati a che ho sonno, brava venditrice! E' abile, per l'amor di Dio, anzi se la mia specialità è la velocità, prendendoli al cuore, la sua è di vedere il cliente contorcersi per due ore e li tiene in ballo, come un sadico, prima di fargli mollare la rampa. Ma è uno che non perdona, chi è nei guai lo affonda del tutto.




Il fatto: in piena notte il Pupone si è concesso l'ultima pipì, forse per decollare meglio nel sonno. Vuotare la vescica è come fare testamento. Poi puoi morire felice. E' l'ultimo lascito che un uomo fa al mondo. La nostra vita è messa fra parentesi da due pisciate. Ebbene lo Gnomone si sentiva chiamare dal water, già pregustava il contatto liscio e rotondo della tazza che nel saltarci addosso non l'ha centrata. E si è incastrato tra la tazza e il bidet. Chiedo scusa alle signorine, ma devo entrare nei particolari: l'uomo era nudo, con le braghe abbassate, l'uccello versatore contratto e urlando si dava dei tironi furibondi per uscire. Anch'io ero in desabillée, avevo solo gli slip, il mio piccolo pigiamino. Non mi inoltro, amici, ma credetemi flocculava, gorgigliava, ribolliva, sgocciolava... sembrava scoppiato lì dentro. Mi sono detta: se invece di me un altro tizio scoprisse questo spettacolo avrebbe diritto a un bicchiere di rosso per calmarsi. Scapperebbe veloce più di quanto si possa fermare il progresso! Una corsa da ghepardo che spicca il volo, anzi avrebbe una tigre nel motore!




Se non lo avessi aiutato, mi disprezzereste, giusto?, anche se tengo alla vostra stima quanto tengo al cleenex usato che ho in tasca.




Per fortuna che io ho sempre in mano la situazione. Tutte le situazioni! Ancorché tristi e sinistre. Nei momenti di eccezione, divento eccezionale. Era uno strano amplesso da vedere: una tipa nuda sopra e un tipo nudo sotto che stappavano un uomo. Oh tempo sospendi il tuo volo, ma non in quel momento! Sospendi dove ti pare, ma non su questo episodio!


Insomma prenderlo per le spalle e tirarlo su è come riabbottonarsi la patta con un paio di guanti da boxe. Lui si annodava a me col mento come se fossi quel pezzo di tipa portatrice di tutte le speranze e le salvezze. Io non avevo nemmeno un'apertura delle braccia sufficienti ad afferrarlo. Alla fine, tira, molla e stampella, con una scossa terribile, fuoriesce. Vrrrraum!: ha fatto questo rumore, tranne che per una r in più. E' uscito come da un parto. L'orridezza dello spettacolo mi ha fatto dubitare dei miei sensi. Succede.

Non finirò mai abbastanza di raccomandarvi di incorniciare il precedente episodio: può servirvi per liberarvi lo stomaco.

La vita ha dato una lezione di umiltà al Pancione, pensavo, allora c'è la giustizia in questo sporco mondo, grazie mio buon Gesù! Ma la mattina dopo quando sono scesa dalla camera l'ho visto fare il numero di cabaret.

Io di lato vedevo lui intento a dare benzina al racconto da farlo partire e non arrivare mai alla conclusione.




Temeva il Ciordone che se non lo avesse fatto lui il racconto lo avrei fatto io. Fesso, avrei messo il silenziatore, ri-fesso!, sui stra-fessi sono narcistitica: anzi di più, lacomica e melancomica!

Le sue mani giravano il piatto che rappresentava il water, brandiva il cerchio come un'aureola: Nerone che si autoconsacra. Ho provato un intenso senso di sconforto, di lato, da sola, a sentire alla fine: “Ragazzi, cosa bisogna fare per vedere le tette della Samuela!”

E' un tipo che si merita la sua scalogna nera, ma non mi piace vedere i miei contemporanei soffrire, sono nel mio genere una pacifista, ma una pacifista con l'orticaria per i gradassoni, gli spacconi e gli sbruffoni. Per esserlo bisogna saper giocare.




La navigazione dura [trecentosessantacinque (per tre)] giorni e una notte, in un amore di media grandezza.




Verso la fine del viaggio iniziano le idee nere. Guardi, realizzi e constati: di fronte a te c'è un pezzo di mostro. Per alcuni è tutto ciò che c'è di meno bello al mondo. Non si può rimetterlo in libertà con due parole di scusa ai suoi genitori.




Ma ci sono anche quelli che durano. Forse, fratelli, le storie che durano hanno queste caratteristiche (con i loro livelli): stessi interessi (pratico), nessuna sicurezza (psicologico) e ci si sposta sempre alla luce della gioia (spirituale). Forse...
















* Non parlo mai d'amore, a parte faccio arrabbiare..

onnipotenza

OMNIPOTENZA

ONNIPOTENZA




Che tu creda o no, siamo onnipotenti, come l'essere perfettissimo, signore e creatore.







Voi sapete che vivere è un'abilità: le doti naturali non bastano, occorre tecnica. Occorre una tecnica sempre più perfetta, la tecnica è un viaggio in cui man mano butti via i bagagli, fino ad essere nudo, come i marmocchi quando nascono, si arriva come si è partiti, a culo scoperto, ma da indifesi, si arriva difesi, anzi di più: onnipotenti.







Sinonimi





che può tutto dalle facoltà illimitate





molto importante molto influente



Sinonimi





Dio, Signore, Padre Eterno









Onnipotente: la capacità di essere, fare e avere tutto, tutto ciò che si vuole. Tutto.




Per avere ciò che si vuole occorre un unica qualità: la voce. Non a caso Dio si è fatto Verbo. Il Verbo incarnato, è il segreto dell'onnipotenza.




Non vorrei farvi spalancare troppo gli occhi dell'innocenza, anime candide, poi mi tocca vedere gente che vola o mi diventate ricchi da stare male o innamorati da far schifo, vi lascio la freschezza del lillà e la purezza dell'ermellino, ma allenatevi a chiedere con voce dolce, posata e lenta, essere allenatori di se stessi.



Alla fin fine dovremmo arrivare a fare pochi gesti puliti ed essenziali che creano dal nulla, dal Verbo, dalla Parola ogni nostro desiderio.



Mi capite?





"Samuela, voglio che tu mi sposi” - una volta uno - “dico sul serio, Samuela, voglio che tu sia la madre dei miei figli e se non ci stai ti rompo entrambe due le gambe”.


"Non riesci a vivere senza di me, baby?"

"Sembra così”

"No grazie!”

Si è accasciato come un soufflè quando ti chiamano al telefono.




Gli ho passato un'amica, una di quelle che ci stanno sempre e che gli assomiglia talmente che avrebbe potuto benissimo farsi la barba per lui quando avrebbe avuto fretta, ma era un cane legato ad una catena, correva solo da una parte all'altra del suo cortile: non ha mai ottenuto nulla dalla vita.

La sua missione non era essere con una donna, ma stare insieme a quei fessi in mutande seduti alla turca (la prima fila) accoccolati (la seconda fila) e in piedi (la terza) davanti ad una coppa, la loro unica ragione di vita, perché, amici, si può vivere di calcio. Lui e tanti ciordi come lui che abitano di qui del Gran San Bernardo, in questa bella nazione a forma di piede, circondata dalla calza del mare o, se preferite, simile ad una supposta nelle grandi natiche blu. Ma la mamma gli ha detto di sposarsi e lui ha chiuso per lutto, il daimon l'ha lasciato fuori.




Io gli avevo detto di no perché cantava solo a bocca chiusa e non si toglieva mai il pettine dai capelli dopo essersi pettinato. Ho fatto bene perché l'ho rincontrato dopo tanti anni e aveva subito un cambiamento: aveva una vocina acuta.




L'attacco di questo post è un po' forte e duro da comprendere ma bisogna qualche volta dire cose profonde, altrimenti vi faccio solo da pagliaccia qui dentro.




D'altronde ho una testolina. Ed è là che sgorga il mio genio e dove organizzo le battute di spirito.




Ho un pubblico membruto dalla psiche semplice che ama i miei racconti picareschi e pittoreschi e quando dico cose metitabonde me li vedo fare il becco da corvo che in volo perde il formaggio e sa che arriverà alla volpe, pure lei scocciata in quanto carnivora.




Ora desidero conquistare anche un altro pubblico, quelli che usano il computer come se fosse uno strumento chirurgico: vorrei essere così convincente da afferrarli dai piedi e tirarli fuori dalle loro cattedrali di intellettualità, la testa sobbalzerebbe sul suolo duro dei miei concetti.




Vi stufo? Preferite giocare?




Non lamentarti poi, ragazzo, se sei sempre nella stessa situazione con la guancia appoggiata su una distesa cementata e in locali ammobiliati solamente dalla tua persona.




L'onnipotenza esiste se tu desideri quello che veramente vuoi. Frase da leggere tre volte. Vi ferisco le pupille come quando si accende la luce dopo il buio, eh?, aghi da calza nelle retine.




Non c'è da fare grandi scelte, niente scelte salomoniche, quelle da ora o mai più, c'è solo da ascoltarci, c'è solo da sentire cosa si vuole e dirlo con la voce più dolce del mondo: senza lotte, senza dolore, senza sacrificio, senza fatica, senza paura, perché appena c'è casino, appena, cioè, la vita vuole farti del male, se sei tranquillo, verrai salvato al gong.







Ero, per esempio, una bambina bugiarda, sono diventata sincerissima per lunghi decenni, ora sono ritornata bugiarda il giusto.




La prima bugia che dico sempre è che non vendo.




Loro mi dicono: “Io non compro nulla!”, la frase più bella del mondo per un venditore.

Dico: "Va bene, non le voglio vendere nulla!”, addirittura: “Si ricordi di dirmi di no, Giuseppino, se ci provo!”.




La tegola però arriva.




Cosa vuoi che abbia fatto chilometri per che cosa, per venire a vedere te patatino, in penopausa, fermo nella vita come una lucertola sul muro? Maddai!




Ho predicato tanto il gioco della sincerità. Vedi: TU CHIAMALE SE VUOI EMOZIONI




Ma poi ho capito che lo scopo di una vita non è essere sinceri, ma diventare onnipotenti. Cioè fare quello che siamo nati per fare. Senza moralismi. Potrebbe essere giusto raccontare piccole favole.




Arrivo io e scuoto e strappo dal letargo con semplici parole allineate. Ci sono uomini la cui bocca si muove a vuoto come su una bicicletta con la catena rotta, pedalano nelle nuvole. Grisaglie personificate. Vuoti in azione. Trasparenze. Per notarli bisogna dipingerli col minio.




Ho detto un giorno con la mia voce: voglio vendere. Ed ecco accumularsi contratti uno dopo l'altro.




Il Ciccione si meraviglia sempre quando vede la pifferaia magica che si tira dietro i topolini: lui si siede sui troni che trova e poi si stipa dentro, penso che pensi solo al cibo e che mi veda come cibo, forse una banana.




Ha la voce come il tuono di montagna, rauca, potente, ampia, ha poi una slavina di pietre dopo ogni parola.




“Dottoressa Salvotti?” urlava al telefono la prima volta il Muggente. Sapevo già dopo queste due parole come era fatto, dal pisellino alla nuca.




“Sono estremamente io, cara signorina” gli ho detto. Conoscevo già tutti i dettagli del suo carattere.

“Non sono una donna!”

“Mi scusi è che ha una voce così effeminata!”

“Effeminato io?”

“La sua voce è vellutata come una ragazzina che recita Verlaine nei pressi di una sorgente.”




Sapevo già che era uno che orinava nel lavandino, (vado verso la scatologia per amicarmi la plebe), uno che si toglieva il berretto solo quando se ne comprava un altro e con l'occhio atono come l'ombelico che si intravede fra i due bottoni della camicia.




E' scoppiato a ridere, sembrava il corno per la carica di Waterloo. Avevo già capito che era il tipo che faceva scherzi raffinati come quello di mettere la figlia di Maria su d'una bicicletta senza sellino sulle lamiere ondulate.




La sua voce è così burrascosa che è come un'infermità, è un handicapp, dovrebbero dargli l'invalidità. Io immagino quando fa la corte ad una donna, questa deve infarcirsi le orecchie di palline, è una scarica di decibel.

Il primo appuntamento era in uno di quei caffè che stanno morendo. L'ho visto e ho pensato: è uguale al disegno che mi sono fatto in testa.

Io ho preso una birra.

“E per il signore?”

“Avete Crepy? (http://it.wikipedia.org/wiki/Cr%C3%A9py_(Aisne)

Bene, allora tre bottiglie.”

L'oste aveva già fatto il dietro front per andare, si è bloccato e ha fatto un altro dietro-front: “Perchè tre bottiglie? Aspetta qualcuno?”

“Ma ti pare che se aspettassi qualcuno ti ordino tre bottiglie?”

L'altro ha sollevato una botola al centro della bettola, proprio davanti al banco ed è sceso in cantina.

Tre birilli verdi si sono allineati sul nostro tavolo.

Gli ho detto: “Amico, ti seccherebbe prendere le bottiglie e berle nell'auto mentre andiamo?”




Un forte appetito per la vita, si sente e si vede, voleva diventare un grande violinista, ma purtroppo implicava lo studio del violino.




Vabbé, mi perdo sempre a parlare del Paparino. Accendo su di lui un faro. Un vero riflettore che innaffia meglio di uno studio della tivù. Quando mi faranno la biografia me lo assoceranno vedrai, il Ciccio. Dovrei dargli una simbolica manganellata sulla pera per stornarlo da questi binari o fargli credere che sono defunta.




Sì, sono solo un'implacabile e pacata venditrice, ma è esattamente quello che nell'anno di grazia del 2008 desidero fare.




Forse l'anno prossimo sarò qualcos'altro e lo sarò se lo vorrò, armata solo di una voce calda e suadente.




Puoi dire la stessa cosa tu psichiatra con la tua piccola campanella da vacca al collo? Fai un mestiere per quarant'anni, un lavoro, un ruolo, una condanna, esattamente come un muratore bergamamsco. E tu sposato da trenta, sei sicuro che sia una scelta?




E' un po' come incollarci attorno delle piume e rinchiuderci in una gabbia e fare il canarino per tutta la vita




Io no. Ho un giorno slegato le gambe e dall'anchilosi ho dato un calcio alle castagne di tutti quelli che mi volevano diversa. Urlano e ballano ancora la giga, affetti da coglionite acuta.




Ecco, mi capisci tu che mandi giù qualsiasi pillola ti sbattano in bocca, tu marciatore, tu, pagatore di multe, percorritore di linee continue, membro dei fansclub, spettatore di ghiotti detersivi, portaborse, capisci che siamo a culo nudo, abbiamo solo la Parola?





Lascia a casa la roba e cavalca a pelo la vita, a culo nudo, cura solo una voce bellissima per chiedere quello che vuoi.

parliamo


Parliamo d'amore...


.. CHE NON LO FA NESSUNO




Parliamo d'amore, quello in fondo all'incrocio, dove ti muore il cuore per i battiti spropositati dal desiderio d'esplodere.




Non ne parlo mai*, perché lo fanno tutti, ci sono in giro bei mattoni seri.




Siamo tutti come soldati feriti, inseguiti dai lupi e dai corvi, ma può essere che si apri questo cielo nero e fangoso, come una bara, e sorgano angeli pieni di gioia, angeli pieno di bontà, angeli pieni di salute, angeli pieni di bellezza... può essere. “La noia rende crudeli”, amici.




Ricostruiamo l'incidente.




Avvolti in uno sguardo che tiene caldo dappertutto, hai diritto al racconto della sua vita. Le chiacchiere iniziali sono come la prefazione dei libri, non ci fai quasi mai caso. Ma poi saranno quelle usate contro di te ai primi litigi. Piano piano perdi tutta la volontà: si spande sulla moquette come le perle di una collana. Un trapasso spettacolare, da estranei a intimi in un paio d'ore.




Una tipa diventa il tuo tipo ed è come comprare le scarpe: vanno o non vanno. Quando vanno, vanno.

E' la festa degli sconvolti che si esercitano all'impassibilità. Tutti gli altri ti sembrano paludosi, dame gozzute stile vittoriano, uomini in dieta. Tu no. Tu sei libero dai legacci. Tu sei libero come un uccello illeso.




La vita per me è come un viaggio in cui la mano d'opera la recluto sul posto, assaggio i prodotti locali, acquisizioni sul posto, derrate fresche, gusto per la libertà, piuttosto che trascinarsi dietro un tizio che impone le sue quattro volontà, evito inoltre noie come vedere uno che si fa la barba o che legge due ore prima di dormire. Ma la storia del viaggio, fanciulli, non funziona quando sei in trappola, quando uno sguardo indifeso ti ha fregato.



Perché, davvero, quando un'insolente regina entra nel mare della melassa, fanciulli, la navigazione diventa immensa, in più se l'equipaggio è composto da due soggetti che non hanno paura della morte (a meno che non capiti a loro) ecco il viaggio diventa una burrasca felice.




Tutto diventa magico. Ogni segnale di coincidenza, per esempio, lo noti: ti sei conosciuto il 4 del 4 del '04 o l'8 dell'8 dell'08 alle 8.00, ti credi notato, segnato, protetto, raccomandato dal Barbuto: è la spia, senz'altro, di un segno favorevole, hai dalla tua Maometto, la Santa Vergine, Confucio, Gesù, Napolitano e il Buddha. E così pieno di chiaroveggenza, stuprato dalla grazia, sturato il corno dell'abbondanza, domi ormai la fortuna, come l'Orfei la tigre.




Anche se hai sempre riso di chi non passa sotto le scale, incretinito dall'amore vedi segni sovrannaturali, la strizzatina d'occhio della Provvidenza, la Moira ti limona, orgoglioso da esplodere come una castagna al fuoco.




Non più tattico e teorico, ma tutto istinto e istante. Un giorno fai pure outing: lasci le lampade accese e la porta spalancata, onde facilitare ai contemporanei la scoperta del melodramma. E gli altri sanno che non bisogna mai parlare agli innamorati, come con un sonnambulo che prende i giardini dell'Eden.




Come Onan, spesso mi faccio da sola un discorsetto: “Mia piccola Samuela, d'accordo sei vispa, hai talento, molta immaginazione e quel tanto di genio necessario per far sembrare di averne molto, ma cerca di non scherzare troppo col fuoco della passione, amica! Un momento di disattenzione e trac!, le prendi.”




La cosa che mi meraviglia sempre è quanto sia democratico l'amore, ti fa innamorare di ciò di cui hai bisogno, ma, certe volte, di ciò che ti schifa.




Maria, single da dieci anni, perché la vita le fa lo scherzo d'innamorarsi di uomini brutti, senza soldi e impotenti. Si strappa un braccio con l'altro per farsi passare le cotte e poi cerca affannosa, cerca da dieci anni, ad ogni festa, ad ogni occasione, cerca il suo principino pulito, serio e benestante.




La virtuosa del piffero che suona Voglio il mio fico senza semi, arrangiamento dei fratelli Mameli. Seguirà: C'è una falla nella mia barca.




Ricordo una messa di matrimonio in campagna. Un villico in parte a me al momento di dare l'obolo alla vecchietta si è tolto la scarpa destra e la calza. Nonostante fosse in fondo, ha richiamato l'attenzione generale, perché turbava in un colpo solo il senso olfattivo e visivo, dato che si vedeva un piede unghiato, potente, villoso, selvaggio, un piede di un uomo saldamente posato sul pianeta. L'odore liberato era crudele. Non risparmiava nessuno. Devastava le fosse nasali. Si spandeva e si precipitava e s'infiltrava in ogni dove. Uccideva gli altri odori. Perfino il vecchio parroco si è interrotto ed è giunto fino a lui con la bocca increspata e il labbro disgustato. Quella di storcere il muso è un'iniziativa personale, non inclusa fra i suoi obblighi professionali, è facoltativo nel contratto col papa, il suo datore di lavoro, è il suo libero arbitrio: “Ma signore! Signore Gesù!” esorbitava talmente che si vedeva la marca della tonaca. “Non continui, la prego! Mia moglie è tubercolosa e ho tre figlie madri!”




"Io ho diritto di prendere il grano dove si trova!” e ha scollato dal piede un pezzo da 50 euro.




"Non li tengo in tasca, padre, perché prima di spenderlo ho il tempo di riflettere! Non butto via biglietti su biglietti come si getterebbero via le tegole della propria casa”

E ha dato la banconota al prete il quale indietreggiava, sono sicura che avrebbe apprezzato una pinza. Ha alzato la sottana e con un colpo di gomito li ha fatti entrare.




Mi viene in mente un verso di Pasolini: Mi, nasavi de erba e ledàn: io odoravo di erba e letame, e di sudori rassegnati.




Questo signore è uno che si incontra solo nei libri (i miei, di preferenza) e ditemi, ditemi, ditemi chi può avere l'idea nera di farselo? Chi, chi chi? Eppure sarà di qualcuna, il bruttone!

Per me è un incubo, per altri un sogno e per altri un nulla integrale.




Un altro che mi fa domandare chi se lo possa spupazzare è il Ciccione. Una notte abbiamo dormito in un hotel antico e minuscolo, uno di quelli nel cuore della città, nati con lei, antichi e con il parquet scricchiolante, ma col bagno da camper per single, il wc della Barby in grandezza naturale.




Alle tre di mattina delle grida gutturali, disumane di aiuto si alzarono dalla stanza vicino come se ci fosse stato un cinghiale ferito, una bestia braccata.

A tastoni entrai nel bagnetto della stanza accanto e ecco l'oggetto! Uno spettacolo mostruoso, bambini!





Mi blocco un attimo per dire che il Bullone non mi fa pena, è come quegli assassini a cui piace molto esibire il loro tableau di caccia. Si fa sempre fregare dalla vanità, feroceggia sui vinti. Quando mi vede lottare per una vendita, sapete una di quelle che in inglese si chiama “the last chance” e in lingua internazionale, l'ultima botta di culo, mi dice da sopra le teste dei clienti: sbrigati a che ho sonno, brava venditrice! E' abile, per l'amor di Dio, anzi se la mia specialità è la velocità, prendendoli al cuore, la sua è di vedere il cliente contorcersi per due ore e li tiene in ballo, come un sadico, prima di fargli mollare la rampa. Ma è uno che non perdona, chi è nei guai lo affonda del tutto.




Il fatto: in piena notte il Pupone si è concesso l'ultima pipì, forse per decollare meglio nel sonno. Vuotare la vescica è come fare testamento. Poi puoi morire felice. E' l'ultimo lascito che un uomo fa al mondo. La nostra vita è messa fra parentesi da due pisciate. Ebbene lo Gnomone si sentiva chiamare dal water, già pregustava il contatto liscio e rotondo della tazza che nel saltarci addosso non l'ha centrata. E si è incastrato tra la tazza e il bidet. Chiedo scusa alle signorine, ma devo entrare nei particolari: l'uomo era nudo, con le braghe abbassate, l'uccello versatore contratto e urlando si dava dei tironi furibondi per uscire. Anch'io ero in desabillée, avevo solo gli slip, il mio piccolo pigiamino. Non mi inoltro, amici, ma credetemi flocculava, gorgigliava, ribolliva, sgocciolava... sembrava scoppiato lì dentro. Mi sono detta: se invece di me un altro tizio scoprisse questo spettacolo avrebbe diritto a un bicchiere di rosso per calmarsi. Scapperebbe veloce più di quanto si possa fermare il progresso! Una corsa da ghepardo che spicca il volo, anzi avrebbe una tigre nel motore!




Se non lo avessi aiutato, mi disprezzereste, giusto?, anche se tengo alla vostra stima quanto tengo al cleenex usato che ho in tasca.




Per fortuna che io ho sempre in mano la situazione. Tutte le situazioni! Ancorché tristi e sinistre. Nei momenti di eccezione, divento eccezionale. Era uno strano amplesso da vedere: una tipa nuda sopra e un tipo nudo sotto che stappavano un uomo. Oh tempo sospendi il tuo volo, ma non in quel momento! Sospendi dove ti pare, ma non su questo episodio!


Insomma prenderlo per le spalle e tirarlo su è come riabbottonarsi la patta con un paio di guanti da boxe. Lui si annodava a me col mento come se fossi quel pezzo di tipa portatrice di tutte le speranze e le salvezze. Io non avevo nemmeno un'apertura delle braccia sufficienti ad afferrarlo. Alla fine, tira, molla e stampella, con una scossa terribile, fuoriesce. Vrrrraum!: ha fatto questo rumore, tranne che per una r in più. E' uscito come da un parto. L'orridezza dello spettacolo mi ha fatto dubitare dei miei sensi. Succede.

Non finirò mai abbastanza di raccomandarvi di incorniciare il precedente episodio: può servirvi per liberarvi lo stomaco.

La vita ha dato una lezione di umiltà al Pancione, pensavo, allora c'è la giustizia in questo sporco mondo, grazie mio buon Gesù! Ma la mattina dopo quando sono scesa dalla camera l'ho visto fare il numero di cabaret.

Io di lato vedevo lui intento a dare benzina al racconto da farlo partire e non arrivare mai alla conclusione.




Temeva il Ciordone che se non lo avesse fatto lui il racconto lo avrei fatto io. Fesso, avrei messo il silenziatore, ri-fesso!, sui stra-fessi sono narcistitica: anzi di più, lacomica e melancomica!

Le sue mani giravano il piatto che rappresentava il water, brandiva il cerchio come un'aureola: Nerone che si autoconsacra. Ho provato un intenso senso di sconforto, di lato, da sola, a sentire alla fine: “Ragazzi, cosa bisogna fare per vedere le tette della Samuela!”

E' un tipo che si merita la sua scalogna nera, ma non mi piace vedere i miei contemporanei soffrire, sono nel mio genere una pacifista, ma una pacifista con l'orticaria per i gradassoni, gli spacconi e gli sbruffoni. Per esserlo bisogna saper giocare.




La navigazione dura [trecentosessantacinque (per tre)] giorni e una notte, in un amore di media grandezza.




Verso la fine del viaggio iniziano le idee nere. Guardi, realizzi e constati: di fronte a te c'è un pezzo di mostro. Per alcuni è tutto ciò che c'è di meno bello al mondo. Non si può rimetterlo in libertà con due parole di scusa ai suoi genitori.




Ma ci sono anche quelli che durano. Forse, fratelli, le storie che durano hanno queste caratteristiche (con i loro livelli): stessi interessi (pratico), nessuna sicurezza (psicologico) e ci si sposta sempre alla luce della gioia (spirituale). Forse...
















* Non parlo mai d'amore, a parte faccio arrabbiare..