sabato 27 dicembre 2008

onnipotenza

OMNIPOTENZA

ONNIPOTENZA




Che tu creda o no, siamo onnipotenti, come l'essere perfettissimo, signore e creatore.







Voi sapete che vivere è un'abilità: le doti naturali non bastano, occorre tecnica. Occorre una tecnica sempre più perfetta, la tecnica è un viaggio in cui man mano butti via i bagagli, fino ad essere nudo, come i marmocchi quando nascono, si arriva come si è partiti, a culo scoperto, ma da indifesi, si arriva difesi, anzi di più: onnipotenti.







Sinonimi





che può tutto dalle facoltà illimitate





molto importante molto influente



Sinonimi





Dio, Signore, Padre Eterno









Onnipotente: la capacità di essere, fare e avere tutto, tutto ciò che si vuole. Tutto.




Per avere ciò che si vuole occorre un unica qualità: la voce. Non a caso Dio si è fatto Verbo. Il Verbo incarnato, è il segreto dell'onnipotenza.




Non vorrei farvi spalancare troppo gli occhi dell'innocenza, anime candide, poi mi tocca vedere gente che vola o mi diventate ricchi da stare male o innamorati da far schifo, vi lascio la freschezza del lillà e la purezza dell'ermellino, ma allenatevi a chiedere con voce dolce, posata e lenta, essere allenatori di se stessi.



Alla fin fine dovremmo arrivare a fare pochi gesti puliti ed essenziali che creano dal nulla, dal Verbo, dalla Parola ogni nostro desiderio.



Mi capite?





"Samuela, voglio che tu mi sposi” - una volta uno - “dico sul serio, Samuela, voglio che tu sia la madre dei miei figli e se non ci stai ti rompo entrambe due le gambe”.


"Non riesci a vivere senza di me, baby?"

"Sembra così”

"No grazie!”

Si è accasciato come un soufflè quando ti chiamano al telefono.




Gli ho passato un'amica, una di quelle che ci stanno sempre e che gli assomiglia talmente che avrebbe potuto benissimo farsi la barba per lui quando avrebbe avuto fretta, ma era un cane legato ad una catena, correva solo da una parte all'altra del suo cortile: non ha mai ottenuto nulla dalla vita.

La sua missione non era essere con una donna, ma stare insieme a quei fessi in mutande seduti alla turca (la prima fila) accoccolati (la seconda fila) e in piedi (la terza) davanti ad una coppa, la loro unica ragione di vita, perché, amici, si può vivere di calcio. Lui e tanti ciordi come lui che abitano di qui del Gran San Bernardo, in questa bella nazione a forma di piede, circondata dalla calza del mare o, se preferite, simile ad una supposta nelle grandi natiche blu. Ma la mamma gli ha detto di sposarsi e lui ha chiuso per lutto, il daimon l'ha lasciato fuori.




Io gli avevo detto di no perché cantava solo a bocca chiusa e non si toglieva mai il pettine dai capelli dopo essersi pettinato. Ho fatto bene perché l'ho rincontrato dopo tanti anni e aveva subito un cambiamento: aveva una vocina acuta.




L'attacco di questo post è un po' forte e duro da comprendere ma bisogna qualche volta dire cose profonde, altrimenti vi faccio solo da pagliaccia qui dentro.




D'altronde ho una testolina. Ed è là che sgorga il mio genio e dove organizzo le battute di spirito.




Ho un pubblico membruto dalla psiche semplice che ama i miei racconti picareschi e pittoreschi e quando dico cose metitabonde me li vedo fare il becco da corvo che in volo perde il formaggio e sa che arriverà alla volpe, pure lei scocciata in quanto carnivora.




Ora desidero conquistare anche un altro pubblico, quelli che usano il computer come se fosse uno strumento chirurgico: vorrei essere così convincente da afferrarli dai piedi e tirarli fuori dalle loro cattedrali di intellettualità, la testa sobbalzerebbe sul suolo duro dei miei concetti.




Vi stufo? Preferite giocare?




Non lamentarti poi, ragazzo, se sei sempre nella stessa situazione con la guancia appoggiata su una distesa cementata e in locali ammobiliati solamente dalla tua persona.




L'onnipotenza esiste se tu desideri quello che veramente vuoi. Frase da leggere tre volte. Vi ferisco le pupille come quando si accende la luce dopo il buio, eh?, aghi da calza nelle retine.




Non c'è da fare grandi scelte, niente scelte salomoniche, quelle da ora o mai più, c'è solo da ascoltarci, c'è solo da sentire cosa si vuole e dirlo con la voce più dolce del mondo: senza lotte, senza dolore, senza sacrificio, senza fatica, senza paura, perché appena c'è casino, appena, cioè, la vita vuole farti del male, se sei tranquillo, verrai salvato al gong.







Ero, per esempio, una bambina bugiarda, sono diventata sincerissima per lunghi decenni, ora sono ritornata bugiarda il giusto.




La prima bugia che dico sempre è che non vendo.




Loro mi dicono: “Io non compro nulla!”, la frase più bella del mondo per un venditore.

Dico: "Va bene, non le voglio vendere nulla!”, addirittura: “Si ricordi di dirmi di no, Giuseppino, se ci provo!”.




La tegola però arriva.




Cosa vuoi che abbia fatto chilometri per che cosa, per venire a vedere te patatino, in penopausa, fermo nella vita come una lucertola sul muro? Maddai!




Ho predicato tanto il gioco della sincerità. Vedi: TU CHIAMALE SE VUOI EMOZIONI




Ma poi ho capito che lo scopo di una vita non è essere sinceri, ma diventare onnipotenti. Cioè fare quello che siamo nati per fare. Senza moralismi. Potrebbe essere giusto raccontare piccole favole.




Arrivo io e scuoto e strappo dal letargo con semplici parole allineate. Ci sono uomini la cui bocca si muove a vuoto come su una bicicletta con la catena rotta, pedalano nelle nuvole. Grisaglie personificate. Vuoti in azione. Trasparenze. Per notarli bisogna dipingerli col minio.




Ho detto un giorno con la mia voce: voglio vendere. Ed ecco accumularsi contratti uno dopo l'altro.




Il Ciccione si meraviglia sempre quando vede la pifferaia magica che si tira dietro i topolini: lui si siede sui troni che trova e poi si stipa dentro, penso che pensi solo al cibo e che mi veda come cibo, forse una banana.




Ha la voce come il tuono di montagna, rauca, potente, ampia, ha poi una slavina di pietre dopo ogni parola.




“Dottoressa Salvotti?” urlava al telefono la prima volta il Muggente. Sapevo già dopo queste due parole come era fatto, dal pisellino alla nuca.




“Sono estremamente io, cara signorina” gli ho detto. Conoscevo già tutti i dettagli del suo carattere.

“Non sono una donna!”

“Mi scusi è che ha una voce così effeminata!”

“Effeminato io?”

“La sua voce è vellutata come una ragazzina che recita Verlaine nei pressi di una sorgente.”




Sapevo già che era uno che orinava nel lavandino, (vado verso la scatologia per amicarmi la plebe), uno che si toglieva il berretto solo quando se ne comprava un altro e con l'occhio atono come l'ombelico che si intravede fra i due bottoni della camicia.




E' scoppiato a ridere, sembrava il corno per la carica di Waterloo. Avevo già capito che era il tipo che faceva scherzi raffinati come quello di mettere la figlia di Maria su d'una bicicletta senza sellino sulle lamiere ondulate.




La sua voce è così burrascosa che è come un'infermità, è un handicapp, dovrebbero dargli l'invalidità. Io immagino quando fa la corte ad una donna, questa deve infarcirsi le orecchie di palline, è una scarica di decibel.

Il primo appuntamento era in uno di quei caffè che stanno morendo. L'ho visto e ho pensato: è uguale al disegno che mi sono fatto in testa.

Io ho preso una birra.

“E per il signore?”

“Avete Crepy? (http://it.wikipedia.org/wiki/Cr%C3%A9py_(Aisne)

Bene, allora tre bottiglie.”

L'oste aveva già fatto il dietro front per andare, si è bloccato e ha fatto un altro dietro-front: “Perchè tre bottiglie? Aspetta qualcuno?”

“Ma ti pare che se aspettassi qualcuno ti ordino tre bottiglie?”

L'altro ha sollevato una botola al centro della bettola, proprio davanti al banco ed è sceso in cantina.

Tre birilli verdi si sono allineati sul nostro tavolo.

Gli ho detto: “Amico, ti seccherebbe prendere le bottiglie e berle nell'auto mentre andiamo?”




Un forte appetito per la vita, si sente e si vede, voleva diventare un grande violinista, ma purtroppo implicava lo studio del violino.




Vabbé, mi perdo sempre a parlare del Paparino. Accendo su di lui un faro. Un vero riflettore che innaffia meglio di uno studio della tivù. Quando mi faranno la biografia me lo assoceranno vedrai, il Ciccio. Dovrei dargli una simbolica manganellata sulla pera per stornarlo da questi binari o fargli credere che sono defunta.




Sì, sono solo un'implacabile e pacata venditrice, ma è esattamente quello che nell'anno di grazia del 2008 desidero fare.




Forse l'anno prossimo sarò qualcos'altro e lo sarò se lo vorrò, armata solo di una voce calda e suadente.




Puoi dire la stessa cosa tu psichiatra con la tua piccola campanella da vacca al collo? Fai un mestiere per quarant'anni, un lavoro, un ruolo, una condanna, esattamente come un muratore bergamamsco. E tu sposato da trenta, sei sicuro che sia una scelta?




E' un po' come incollarci attorno delle piume e rinchiuderci in una gabbia e fare il canarino per tutta la vita




Io no. Ho un giorno slegato le gambe e dall'anchilosi ho dato un calcio alle castagne di tutti quelli che mi volevano diversa. Urlano e ballano ancora la giga, affetti da coglionite acuta.




Ecco, mi capisci tu che mandi giù qualsiasi pillola ti sbattano in bocca, tu marciatore, tu, pagatore di multe, percorritore di linee continue, membro dei fansclub, spettatore di ghiotti detersivi, portaborse, capisci che siamo a culo nudo, abbiamo solo la Parola?





Lascia a casa la roba e cavalca a pelo la vita, a culo nudo, cura solo una voce bellissima per chiedere quello che vuoi.

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