sabato 27 dicembre 2008

parliamo


Parliamo d'amore...


.. CHE NON LO FA NESSUNO




Parliamo d'amore, quello in fondo all'incrocio, dove ti muore il cuore per i battiti spropositati dal desiderio d'esplodere.




Non ne parlo mai*, perché lo fanno tutti, ci sono in giro bei mattoni seri.




Siamo tutti come soldati feriti, inseguiti dai lupi e dai corvi, ma può essere che si apri questo cielo nero e fangoso, come una bara, e sorgano angeli pieni di gioia, angeli pieno di bontà, angeli pieni di salute, angeli pieni di bellezza... può essere. “La noia rende crudeli”, amici.




Ricostruiamo l'incidente.




Avvolti in uno sguardo che tiene caldo dappertutto, hai diritto al racconto della sua vita. Le chiacchiere iniziali sono come la prefazione dei libri, non ci fai quasi mai caso. Ma poi saranno quelle usate contro di te ai primi litigi. Piano piano perdi tutta la volontà: si spande sulla moquette come le perle di una collana. Un trapasso spettacolare, da estranei a intimi in un paio d'ore.




Una tipa diventa il tuo tipo ed è come comprare le scarpe: vanno o non vanno. Quando vanno, vanno.

E' la festa degli sconvolti che si esercitano all'impassibilità. Tutti gli altri ti sembrano paludosi, dame gozzute stile vittoriano, uomini in dieta. Tu no. Tu sei libero dai legacci. Tu sei libero come un uccello illeso.




La vita per me è come un viaggio in cui la mano d'opera la recluto sul posto, assaggio i prodotti locali, acquisizioni sul posto, derrate fresche, gusto per la libertà, piuttosto che trascinarsi dietro un tizio che impone le sue quattro volontà, evito inoltre noie come vedere uno che si fa la barba o che legge due ore prima di dormire. Ma la storia del viaggio, fanciulli, non funziona quando sei in trappola, quando uno sguardo indifeso ti ha fregato.



Perché, davvero, quando un'insolente regina entra nel mare della melassa, fanciulli, la navigazione diventa immensa, in più se l'equipaggio è composto da due soggetti che non hanno paura della morte (a meno che non capiti a loro) ecco il viaggio diventa una burrasca felice.




Tutto diventa magico. Ogni segnale di coincidenza, per esempio, lo noti: ti sei conosciuto il 4 del 4 del '04 o l'8 dell'8 dell'08 alle 8.00, ti credi notato, segnato, protetto, raccomandato dal Barbuto: è la spia, senz'altro, di un segno favorevole, hai dalla tua Maometto, la Santa Vergine, Confucio, Gesù, Napolitano e il Buddha. E così pieno di chiaroveggenza, stuprato dalla grazia, sturato il corno dell'abbondanza, domi ormai la fortuna, come l'Orfei la tigre.




Anche se hai sempre riso di chi non passa sotto le scale, incretinito dall'amore vedi segni sovrannaturali, la strizzatina d'occhio della Provvidenza, la Moira ti limona, orgoglioso da esplodere come una castagna al fuoco.




Non più tattico e teorico, ma tutto istinto e istante. Un giorno fai pure outing: lasci le lampade accese e la porta spalancata, onde facilitare ai contemporanei la scoperta del melodramma. E gli altri sanno che non bisogna mai parlare agli innamorati, come con un sonnambulo che prende i giardini dell'Eden.




Come Onan, spesso mi faccio da sola un discorsetto: “Mia piccola Samuela, d'accordo sei vispa, hai talento, molta immaginazione e quel tanto di genio necessario per far sembrare di averne molto, ma cerca di non scherzare troppo col fuoco della passione, amica! Un momento di disattenzione e trac!, le prendi.”




La cosa che mi meraviglia sempre è quanto sia democratico l'amore, ti fa innamorare di ciò di cui hai bisogno, ma, certe volte, di ciò che ti schifa.




Maria, single da dieci anni, perché la vita le fa lo scherzo d'innamorarsi di uomini brutti, senza soldi e impotenti. Si strappa un braccio con l'altro per farsi passare le cotte e poi cerca affannosa, cerca da dieci anni, ad ogni festa, ad ogni occasione, cerca il suo principino pulito, serio e benestante.




La virtuosa del piffero che suona Voglio il mio fico senza semi, arrangiamento dei fratelli Mameli. Seguirà: C'è una falla nella mia barca.




Ricordo una messa di matrimonio in campagna. Un villico in parte a me al momento di dare l'obolo alla vecchietta si è tolto la scarpa destra e la calza. Nonostante fosse in fondo, ha richiamato l'attenzione generale, perché turbava in un colpo solo il senso olfattivo e visivo, dato che si vedeva un piede unghiato, potente, villoso, selvaggio, un piede di un uomo saldamente posato sul pianeta. L'odore liberato era crudele. Non risparmiava nessuno. Devastava le fosse nasali. Si spandeva e si precipitava e s'infiltrava in ogni dove. Uccideva gli altri odori. Perfino il vecchio parroco si è interrotto ed è giunto fino a lui con la bocca increspata e il labbro disgustato. Quella di storcere il muso è un'iniziativa personale, non inclusa fra i suoi obblighi professionali, è facoltativo nel contratto col papa, il suo datore di lavoro, è il suo libero arbitrio: “Ma signore! Signore Gesù!” esorbitava talmente che si vedeva la marca della tonaca. “Non continui, la prego! Mia moglie è tubercolosa e ho tre figlie madri!”




"Io ho diritto di prendere il grano dove si trova!” e ha scollato dal piede un pezzo da 50 euro.




"Non li tengo in tasca, padre, perché prima di spenderlo ho il tempo di riflettere! Non butto via biglietti su biglietti come si getterebbero via le tegole della propria casa”

E ha dato la banconota al prete il quale indietreggiava, sono sicura che avrebbe apprezzato una pinza. Ha alzato la sottana e con un colpo di gomito li ha fatti entrare.




Mi viene in mente un verso di Pasolini: Mi, nasavi de erba e ledàn: io odoravo di erba e letame, e di sudori rassegnati.




Questo signore è uno che si incontra solo nei libri (i miei, di preferenza) e ditemi, ditemi, ditemi chi può avere l'idea nera di farselo? Chi, chi chi? Eppure sarà di qualcuna, il bruttone!

Per me è un incubo, per altri un sogno e per altri un nulla integrale.




Un altro che mi fa domandare chi se lo possa spupazzare è il Ciccione. Una notte abbiamo dormito in un hotel antico e minuscolo, uno di quelli nel cuore della città, nati con lei, antichi e con il parquet scricchiolante, ma col bagno da camper per single, il wc della Barby in grandezza naturale.




Alle tre di mattina delle grida gutturali, disumane di aiuto si alzarono dalla stanza vicino come se ci fosse stato un cinghiale ferito, una bestia braccata.

A tastoni entrai nel bagnetto della stanza accanto e ecco l'oggetto! Uno spettacolo mostruoso, bambini!





Mi blocco un attimo per dire che il Bullone non mi fa pena, è come quegli assassini a cui piace molto esibire il loro tableau di caccia. Si fa sempre fregare dalla vanità, feroceggia sui vinti. Quando mi vede lottare per una vendita, sapete una di quelle che in inglese si chiama “the last chance” e in lingua internazionale, l'ultima botta di culo, mi dice da sopra le teste dei clienti: sbrigati a che ho sonno, brava venditrice! E' abile, per l'amor di Dio, anzi se la mia specialità è la velocità, prendendoli al cuore, la sua è di vedere il cliente contorcersi per due ore e li tiene in ballo, come un sadico, prima di fargli mollare la rampa. Ma è uno che non perdona, chi è nei guai lo affonda del tutto.




Il fatto: in piena notte il Pupone si è concesso l'ultima pipì, forse per decollare meglio nel sonno. Vuotare la vescica è come fare testamento. Poi puoi morire felice. E' l'ultimo lascito che un uomo fa al mondo. La nostra vita è messa fra parentesi da due pisciate. Ebbene lo Gnomone si sentiva chiamare dal water, già pregustava il contatto liscio e rotondo della tazza che nel saltarci addosso non l'ha centrata. E si è incastrato tra la tazza e il bidet. Chiedo scusa alle signorine, ma devo entrare nei particolari: l'uomo era nudo, con le braghe abbassate, l'uccello versatore contratto e urlando si dava dei tironi furibondi per uscire. Anch'io ero in desabillée, avevo solo gli slip, il mio piccolo pigiamino. Non mi inoltro, amici, ma credetemi flocculava, gorgigliava, ribolliva, sgocciolava... sembrava scoppiato lì dentro. Mi sono detta: se invece di me un altro tizio scoprisse questo spettacolo avrebbe diritto a un bicchiere di rosso per calmarsi. Scapperebbe veloce più di quanto si possa fermare il progresso! Una corsa da ghepardo che spicca il volo, anzi avrebbe una tigre nel motore!




Se non lo avessi aiutato, mi disprezzereste, giusto?, anche se tengo alla vostra stima quanto tengo al cleenex usato che ho in tasca.




Per fortuna che io ho sempre in mano la situazione. Tutte le situazioni! Ancorché tristi e sinistre. Nei momenti di eccezione, divento eccezionale. Era uno strano amplesso da vedere: una tipa nuda sopra e un tipo nudo sotto che stappavano un uomo. Oh tempo sospendi il tuo volo, ma non in quel momento! Sospendi dove ti pare, ma non su questo episodio!


Insomma prenderlo per le spalle e tirarlo su è come riabbottonarsi la patta con un paio di guanti da boxe. Lui si annodava a me col mento come se fossi quel pezzo di tipa portatrice di tutte le speranze e le salvezze. Io non avevo nemmeno un'apertura delle braccia sufficienti ad afferrarlo. Alla fine, tira, molla e stampella, con una scossa terribile, fuoriesce. Vrrrraum!: ha fatto questo rumore, tranne che per una r in più. E' uscito come da un parto. L'orridezza dello spettacolo mi ha fatto dubitare dei miei sensi. Succede.

Non finirò mai abbastanza di raccomandarvi di incorniciare il precedente episodio: può servirvi per liberarvi lo stomaco.

La vita ha dato una lezione di umiltà al Pancione, pensavo, allora c'è la giustizia in questo sporco mondo, grazie mio buon Gesù! Ma la mattina dopo quando sono scesa dalla camera l'ho visto fare il numero di cabaret.

Io di lato vedevo lui intento a dare benzina al racconto da farlo partire e non arrivare mai alla conclusione.




Temeva il Ciordone che se non lo avesse fatto lui il racconto lo avrei fatto io. Fesso, avrei messo il silenziatore, ri-fesso!, sui stra-fessi sono narcistitica: anzi di più, lacomica e melancomica!

Le sue mani giravano il piatto che rappresentava il water, brandiva il cerchio come un'aureola: Nerone che si autoconsacra. Ho provato un intenso senso di sconforto, di lato, da sola, a sentire alla fine: “Ragazzi, cosa bisogna fare per vedere le tette della Samuela!”

E' un tipo che si merita la sua scalogna nera, ma non mi piace vedere i miei contemporanei soffrire, sono nel mio genere una pacifista, ma una pacifista con l'orticaria per i gradassoni, gli spacconi e gli sbruffoni. Per esserlo bisogna saper giocare.




La navigazione dura [trecentosessantacinque (per tre)] giorni e una notte, in un amore di media grandezza.




Verso la fine del viaggio iniziano le idee nere. Guardi, realizzi e constati: di fronte a te c'è un pezzo di mostro. Per alcuni è tutto ciò che c'è di meno bello al mondo. Non si può rimetterlo in libertà con due parole di scusa ai suoi genitori.




Ma ci sono anche quelli che durano. Forse, fratelli, le storie che durano hanno queste caratteristiche (con i loro livelli): stessi interessi (pratico), nessuna sicurezza (psicologico) e ci si sposta sempre alla luce della gioia (spirituale). Forse...
















* Non parlo mai d'amore, a parte faccio arrabbiare..

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