sabato 16 maggio 2009

POVERI BAMBINI SOLI


Alcuni giovanissimi hanno ucciso. Perché?


SCHEDA TECNICA:

Nome: LUCA
Cognome: XXXX
Età: 17 ANNI
Professione: OPERAIO
Residenza: Brescia



Luca è adolescente, maschio e con un buco nero dentro.
Tre particolari spietati, duri e, nonostante l'apparenza, forse irreversibili.


Gli adolescenti non sono simpatici: hanno quella pettinatura da colpo di vento che li rende innaturali, hanno degli ostinati jeans che non si cambiano mai e hanno un corpo, una voce, un viso in divenire, l'armonia è lontana. Inoltre parlano per iperbole, se sono bresciani mettono il prefisso stra e possono passare dalla rabbia alla chiusura in un attimo. Ridono, se ridono, per ridarola, che è una reazione. Rara l'allegria, che è una conquista dei grandi, di chi si scosta dal centro della vita. Inoltre Luca è un maschio. Fosse stata una femmina sarebbe stato più facile parlare, avrebbe avuto una madre con cui arrabbiarsi, un padre che l'avrebbe difesa e tante amiche con cui sfogarsi. Un maschio no: parlare è difficile, le idee non sono chiare e quello che si sente è un misto di rabbia, vuoto e forti desideri sessuali.


I suoi genitori lavorano in attesa della vita vera, aspettano una svolta tra scadenze, bollette e orari fissi. Luca veniva a casa da scuola, aveva le chiavi ed apriva la porta già dalla terza elementare, si scaldava la pastasciutta, ma quando è stato più grande metteva su lui l'acqua.

Rimaneva solo in casa fino alle sei di sera. C'erano i compiti noiosi, c'erano gli amici fuori, una lotta infernale.
Alla sera sua madre ritornava sempre nervosa, stanca, era lui a proteggerla.


Poi rientrava il padre. Le famiglie si dividono in due tipologie, quelle che si stanno separando e quelle che litigheranno sempre. Molte le famiglie infelici, oggi: nessuno ha insegnato a loro come amarsi. Amarsi non è una faccenda spontanea. Molti litigano per anni interi, rinfacciandosi la fatica del vivere. Pochi quelli felici, pochi davvero.

La madre certe volte ha improvvisi scoppi d'amore, di colpo lo vuole amare, gli vuole fare il discorso importante, vuole vincere con un poker d'assi servito, ma Luca non può prendere nulla, non ha costruito la strada per introiettare qualcosa di caldo.



C'è una forma di perfezione dell'impotenza: totale, piatta e ineluttabile. E' come essere di notte, senza fari su d'un'auto in mezzo ai campi. Un'interminabile notte. Quand'era piccolo Luca c'era un faro, ma poi è diventato sempre più fioco. Ora è un pollo da batteria: la scuola chiede energie, aule triste come obitori, gli amici sono competitivi, le ragazzine più carine sono irraggiungibili. Un tempo c'era sempre una figura adulta che aiutava: un prete, uno zio allegro, un insegnante... Ma ora, da una parte c'è sempre un po' di paura nell'interessarsi ai giovani e, dall'altra, i grandi non stanno bene. Luca li vede: truppe di sfigati, gli insegnanti sono più infantili di loro: per farsi accettare fanno battute a scuola e fingono di divertirsi, i preti sono diventati irraggiungibili e giudicanti.



Rimangono ancora il padre e la madre, facce sfatte sotto gli occhiali, innocui, ma meticolosi, chiedono sempre della scuola, perché i voti sono un giudizio oggettivo e se vedono che fatica, dopo qualche scenata, cedono: lo mandano a lavorare, fingono di credere che sia solo per un periodo, poi si vedrà, intanto capirà qualcosa della vita, ma è un sollievo vederlo lavorare. Farà un lavoro duro, pagato poco, perché è giovane e a Luca nasce la sottile paura che nella vita non farà altro. Luca sta morendo e, come quando si sta annegando, fa gesti inconsulti, sfascerà le vetrine, ruberà per vedere se la sua furbizia è maggiore del sistema, si farà le pastiglie il sabato ed è ubriaco per tutto il fine settimana. Cerca l'adrenalina, che è un antidolorifico, invece sarà stritolato dai marpioni del business. I genitori, in genere, non si accorgono, non si accorgono mai di nulla proprio quei genitori che hanno i figli che stanno male.



Luca ha diciassette anni e a diciassette anni questo bambino non ha la possibilità di redimersi, perché, semplicemente, non ha neanche la possibilità di confessarsi.

Casa mia è un viavai di adolescenti. Forse uno come Luca è venuto. Non mi avrà guardata perché non sa ancora controllare la timidezza, gli avrò chiesto come sta e mi avrà detto un prevedibile bene. Certe volte chiedo a qualcuno di loro se si vuole fermare a mangiare con noi, lui dirà un no educato. Lo sono, sì, con chi lo sono, e io gli farò la battuta se è già girata voce che sono una pessima cuoca. Poi se ne andrà, dieci minuti di visita in genere è la media, perché poi si fa qualcosa. Dico sempre: ciao, torna presto. Il Luca di turno dirà: sì, grazie Signora. E come un cucciolo di dromedario dalle gambe troppo lunghe se ne andrà.
Luca e gli altri come lui, chi siete?





samuelasalvotti@gmail.com

Dalai Lama: “Ciò che mi sorprende di più sono gli uomini! Perché perdono la salute per fare soldi e poi perdono i soldi per recuperare la salute, perché pensano tanto ansiosamente al futuro che dimenticano di vivere il presente, in maniera tale che non riescono a vivere né il presente, né il futuro, perché vivono come se non dovessero morire mai e perché muoiono come se non avessero mai vissuto”

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